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mercoledì 31 gennaio 2018
martedì 30 gennaio 2018
lunedì 29 gennaio 2018
sabato 27 gennaio 2018
“In memory of … Negazionismo, Leggi Razziali perché non siano solo un ricordo”. Alla Fondazione Palmieri di Lecce
L’Associazione Thorah
in questo mese ha formalizzato l’ingresso neIla Federazione Italia-Israele.
Entrando nella grande famiglia della Federazione Italia-Israele, l’Associazione
Thorah ha la possibilità di portare il suo messaggio di Luce, oltre i confini
nazionali. La sua testimonianza diretta con le sue scelte di ricerca,
culturali, morali testimonia che l’Associazione tutta è in armonia con la
cultura, la storia, la voglia di crescere e la tradizione del popolo ebraico.
La serata del 28 gennaio 2018 in occasione anche quest’anno della celebrazione
della Giornata della Memoria, l’Associazione Thorah, ha organizzato un’azione
culturale e performativa che vedrà coinvolta la società civile, culturale
sodale alle iniziative della suddetta associazione che compostamente
confluiranno alle ore 18,30 del 28 gennaio 2018 presso la Fondazione Palmieri
in Vico dei Sotterranei a Lecce, portando con sé delle valigie vuote simbolo di
un viaggio senza ritorno e speranza proprio come lo è stato il viaggio dei
deportati nei campi di concentramento nazisti. In sottofondo in un primo
momento il lamento di una sirena che cupa, in loop, richiama il pericolo di un
bombardamento e poi successivamente alcuni brani della shoah ebraica. Si
leggeranno brani del celebre “Diario” di Anna Frank, e dall’opera di Primo
Levi, “Se questo è un uomo”. Inoltre si aprirà un dibattito su negazioni e
leggi razziali, con l’obiettivo di evidenziare orrori ed omissioni che non solo
non fanno parte del passato, ma che a tutt’oggi continuano a essere oggetto di
infamanti considerazioni sul popolo ebraico e la loro terribile storia nel
secondo conflitto mondiale, oltre che nella deriva contemporanea sempre più
cieca e ignorante. La manifestazione ha per titolo “In memory of …
Negazionismo, Leggi Razziali perché non siano solo un ricordo”. Sono previsti
gli interventi del Presidente dell’Ass. Thorah Grazia Piscopo, Maurizio Nocera
(ANPI LECCE) e Giorgio Pala (Presidente Ass. Carpe Diem)
Inoltre durante la
serata verranno proiettate le immagini delle opere di artisti israeliani come
Ilana Yaron, Carmela Zak, Izhak Kazman, legati da un’idea espositiva di Varda
Rotstein Mayer Ph.D e Rachel Ziv. Nello specifico il filo conduttore delle
immagini presentate è la Stella di David, uno dei simboli più antichi della
storia, già diffuso da millenni in India ed in altre culture prima di diventare
il simbolo delle religione ebraica. La forma dell'esagramma, il poligono stellato
a sei punte, deriva dalla forma del Lilium Candido, il bellissimo fiore noto
anche col nome di giglio della Madonna o giglio di San Luigi o ancora giglio di
Sant'Antonio. La scelta del simbolo dalla forte valenza simbolica ha
l'obiettivo di promuovere e tutelare la cultura ebraica e contrastare
l'antisemitismo in tutte le sue forme.
Info Link - http://associazionethoralecce.blogspot.it/
venerdì 26 gennaio 2018
* Binario 21di Donato Di Poce
Al Binario 21
C’Era un bambino con le
scarpe bianche
Mentre lo caricavano
sul treno
Una scarpa bianca si
slaccio
Non voleva partire.
Durante il viaggio
Che attraversò l’Europa
Non vide mai le stelle
Né panorami mozzafiato,
Solo qualche albero
solitario
Che sembrava piangere
anche di notte.
Vedeva solo gli occhi
disperati di sua madre
Corpi accalcati in
cerca di un respiro.
Poi un giorno il treno
si fermò
Forse nel suo cuore
sapeva
Che l’arrivo era la
fine
Per questo non voleva
partire.
Quel Bambino, non vide
più nulla
Non ricordò più nulla
Non sognò più nulla.
Ma ad Auschwitz
Ancora oggi in una
stanza
C’è una scarpa bianca
Che aspetta che
qualcuno
Vada ad allacciarla.
Su quella scarpa bianca
Persino la ruggine
Si trattiene e non osa
Corrodere quel gesto di
memoria
Quel gesto di speranza
Quel viaggio a ritroso
Che il bambino sognava
Da Auschwitz al Binario
21.
***
Auschwitz/Milano,
27/1/2012
* dal Libro "Lampi
di verità" I Quaderni del Bardo Edizioni, 2017 pag. 28 (Lecce) Opera sotto la cover del libro di Ennio Bencini
giovedì 25 gennaio 2018
martedì 23 gennaio 2018
lunedì 22 gennaio 2018
venerdì 19 gennaio 2018
“In memory of … Negazionismo, Leggi Razziali perché non siano solo un ricordo”.
L’Associazione
Thorah in questo mese formalizza l’ingresso neIla Federazione
Italia-Israele. Entrando nella grande famiglia della Federazione
Italia-Israele, l’Associazione Thorah ha la possibilità di portare il
suo messaggio di luce, oltre i confini nazionali, e la sua testimonianza
diretta con le sue scelte di ricerca, culturali, morali testimonia che
l’Associazione tutta è in armonia con la cultura, la storia, la voglia
di crescere e la tradizione del popolo ebraico. La serata del 28 gennaio
2018 in occasione anche quest’anno della celebrazione della Giornata
della Memoria, l’Associazione Thorah, ha organizzato un’azione culturale
e performativa che vedrà coinvolta la società civile, culturale sodale
alle iniziative della suddetta
associazione che compostamente confluiranno alle ore 18,30 del 28
gennaio 2018 presso la Fondazione Palmieri in Vico dei Sotterranei a
Lecce, portando con sé delle valigie vuote simbolo di un viaggio senza
ritorno e speranza proprio come lo è stato il viaggio dei deportati nei
campi di concentramento nazisti. In sottofondo in un primo momento il
lamento di una sirena che cupa, in loop, richiama il pericolo di un
bombardamento e poi successivamente alcuni brani della shoah ebraica. Si
leggeranno brani del celebre Diario di Anna Frank, e dall’opera di
Primo Levi Se questo è un uomo. Inoltre si aprirà un dibattito su
negazioni e leggi razziali, con l’obiettivo di evidenziare orrori ed
omissioni che non solo non fanno parte del passato, ma che a tutt’oggi
continuano a essere oggetto di infamanti considerazioni sul popolo
ebraico e la loro terribile storia nel secondo conflitto mondiale, oltre
che nella deriva contemporanea sempre più cieca e ignorante. La
manifestazione ha per titolo “In memory of … Negazionismo, Leggi
Razziali perché non siano solo un ricordo”.
Grazia Piscopo
Presidente
Presidente
giovedì 18 gennaio 2018
Melodie ebraiche di Heinrich Heine. Traduttore: G. Calabresi. Curatore: L. Giacoponi (Giuntina)
Le "Melodìe
ebraiche", scritte da Heinrich Heine (1797-1856) quando era ormai prostrato
dalla malattia, concludono il "Romanzero", la sua ultima raccolta
poetica, e rappresentano per certi versi il suo testamento spirituale nonché
l'omaggio alla religione dei padri. In quest'opera il poeta cerca di far
rivivere il mondo, che tanto lo affascinava, degli ebrei spagnoli nell'epoca
aurea della cultura ebraica entro la sfera intellettuale araba. Le
"Melodie ebraiche" rappresentano pertanto una sorta di approdo
spirituale dopo i tentativi di sganciarsi, attraverso la conversione, dal mondo
ebraico, sentito come ostacolo alla piena integrazione nella società e nella
cultura tedesca. Cantando i poeti ebrei di Spagna Heine riesce a ridare voce a
una tradizione millenaria. Sarà dunque proprio il linguaggio della poesia il
luogo privilegiato in cui l'ebraismo di Heine troverà una "patria" e
un rifugio. Il saggio introduttivo di Liliana Giacoponi si sofferma in
particolare su un'identità scissa tra ebraismo e germanesimo, mostrando come il
rapporto complesso con l'ebraismo, a partire dall'opera giovanile
"Almansor" del 1820 e dal "Rabbi di Bacharach" (già
iniziato negli anni fra il 1824 e il 1826 ma pubblicato solo nel 1840),
caratterizzi comunque l'opera di Heine. La traduzione di Giorgio Calabresi qui
utilizzata è accompagnata da un apparato di note che permette di ricostruire,
in maniera meticolosa, il contesto in cui si muove l'autore.
mercoledì 17 gennaio 2018
Oh Dio mio! di Anat Gov. Traduttore: E. Luttmann, P. Tierno (Giuntina)
La psicologa Ella
riceve un misterioso paziente bisognoso di un consulto urgente, il signor D.
Dopo pochi minuti di seduta scoprirà che si tratta niente meno che di Dio, un
Dio molto umano, e alla ricerca di una cura per una depressione che dura,
giorno più giorno meno, da duemila anni. Non è facile trattare un paziente di
una tale levatura, per di più senza una madre da incolpare, ma Ella, con
coraggio e ironia, saprà trovare la via per sciogliere i nodi che hanno fatto
ammalare Dio, un Dio che si è ritratto dalla Storia, abbandonando la sua
sublime creazione al libero arbitrio degli uomini. Un testo originale, pervaso
nella migliore tradizione yiddish da un umorismo sagace, che diventa, battuta
dopo battuta, una vera e propria argomentazione teologica.
martedì 16 gennaio 2018
LTI. La lingua del Terzo Reich. Taccuino di un filologo di Victor Klemperer. Traduttore: P. Buscaglione (Giuntina)
"Nessun libro può
sostituire il diario tragico di Klemperer: in esso è l'esperienza della
distruzione a parlare, la violenza quotidiana della predicazione di morte. I
lemmi, che egli sceglie per l'illustrazione del processo di formazione di una
nuova lingua del potere, sono offerti alla sua intelligenza di filologo dalla
sua vita quotidiana di perseguitato e si confrontano con la progressiva
riduzione della sua esistenza a quella di un testimone. È un libro dal vero,
che ci riconduce, con la meticolosa pedanteria di un cronista, a una storia
aberrante come fosse ancora un presente." (dalla Prefazione di Michele
Ranchetti)
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