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martedì 30 maggio 2017
sabato 27 maggio 2017
Una poesia di Eliphas Levi su indicazione del Presidente Grazia Piscopo
La
fronte umana della Sfinge
parla
di intelligenza
le
sue mammelle d’amore,
le
sue unghie di lotta.
Le
sue ali simboleggiano la fede,
il
sogno e la speranza.
e
i suoi fianchi taurini la fatica,
del
lavoro terreno.
Se
sai lavorare, credere, amare, difenderti,
se
da vili bisogni non sei incoronato,
se
il tuo cuore sa volere e la tua mente capire
Salute
a te, Re di Tebe!
Eccoti
incoronato!
mercoledì 24 maggio 2017
Zòhar. Un'antologia commentata del massimo testo cabbalistico. Curatore: D. C. Matt. Traduttore: R. Volponi (Giuntina)
Lo Zòhar è un commento
alla Torà, il Pentateuco, scritto sotto forma di romanzo mistico. L'eroe è
Rabbi Shim'on figlio di Yochai, un saggio che visse nel secondo secolo in terra
d'Israele. Nello Zòhar Rabbi Shim'on e i suoi compagni vagano attraverso le colline
della Galilea scoprendo e condividendo i segreti della Torà. A un certo livello
di lettura, figure bibliche come Abramo e Sara sono i personaggi principali, e
i mistici compagni interpretano le loro parole, le loro azioni e le loro
personalità. A un livello più profondo, il testo della Bibbia è semplicemente
un punto di partenza, un trampolino per l'immaginazione. Per esempio, quando
Dio intima ad Abramo Lekh Lekhà ("Vattene ... verso la terra che Io ti
indicherò"), lo Zòhar insiste nel leggere le parole ebraiche in senso
iperletterale: "Va' verso di te", cerca profondamente al tuo interno
e scopri là il divino.
lunedì 22 maggio 2017
I segreti della creazione. Un capitolo del libro cabbalistico «Zohar» di Gershom Scholem. Traduttore: G. Bemporad (Adelphi)
C'è un cuore nella
Cabbala: è lo "Zohar", il libro dello Splendore, un immenso e
rapsodico commento alla "Torah" nato sul finire del XIII secolo in
ristretti circoli cabbalistici castigliani e destinato a imporsi come opera
canonica di indiscussa autorità a fianco della "Bibbia" e del
"Talmud". E c'è un cuore nello "Zohar": il capitolo
dedicato alla creazione, chiuso nella lucentezza dei suoi 17 versetti e delle
relative chiose. Poprio questo capitolo è stato tradotto, introdotto e
commentato da Gershom Scholem, il quale non trascura di esporre il drammatico
racconto "preliminare" delle dieci sefiroth o "sfere" della
divinità, le prime tre nascoste nell'insondabile nulla del "senza
fondo", le altre sette legate ai giorni della creazione.
domenica 21 maggio 2017
Zohar. Il libro dello splendore. Curatore: G. Busi. Traduttore: A. L. Callow. Illustratore: N. De Maria (Einaudi)
Frode di imbroglioni,
lo definì l'Ottocento positivista. Libro santo e antichissimo lo credono,
ancora oggi, ebrei ortodossi di tutto il mondo. Generazioni di credenti lo
hanno usato come un baluardo dell'identità ebraica, mentre per altri le sue
descrizioni della divinità sono eresie, che hanno ben poco di giudaico. Ai
cabbalisti cristiani, dal Rinascimento al tardo Romanticismo, "Il libro
dello splendore" ha offerto materiale di propaganda missionaria, grazie
alle profezie cristologiche che vi sarebbero adombrate. Se storici del pensiero
e antropologi lo studiano come documento di una rarefatta fenomenologia
religiosa, il lettore curioso può trovarvi una fonte quasi inesauribile di
racconti e di scenografie cosmiche. Deposito di arcani, impervio nella lingua e
oscuro nelle immagini, lo Zohar è uno dei testi piú criptici dell'intero
misticismo ebraico. Strutturato come un commento alla Bibbia, in una cornice di
pochi personaggi, che sospirano, piangono, inveiscono e vengono talora rapiti
in cielo, contiene passi di intensissima forza contemplativa e associazioni
simboliche sorprendentemente profonde.
sabato 20 maggio 2017
Zohar. Il libro dello splendore. Curatore: G. Busi. Traduttore: A. L. Callow (Einaudi)
Questa edizione curata
da Giulio Busi è la prima antologia in lingua italiana che ricostruisce la
complessa e affascinante storia del libro, commentandolo capitolo per capitolo,
decriptandone le più profonde associazioni simboliche.
Fonte di antichissima sapienza
o falso ben congegnato? Un'opera dall'intensissima forza contemplativa e
letteraria che da più di sette secoli custodisce il proprio mistero. Frode di
imbroglioni, lo definì l'Ottocento positivista. Libro santo e antichissimo lo
credono, ancora oggi, gli ebrei ortodossi di tutto il mondo. Ai cabbalisti
cristiani, dal Rinascimento al tardo Romanticismo, il Sefer ha-zohar (Il libro
dello splendore) ha offerto materiale di propaganda missionaria, grazie alle
profezie cristologiche che vi sarebbero adombrate. A storici del pensiero e
antropologi appare come il prezioso documento di una rarefatta fenomenologia
religiosa. A grandi scrittori come Proust e Borges è sembrato un'inesauribile
fonte di racconti e scenografie cosmiche. In questo deposito di arcani ognuno
ha trovato ciò che cercava, anche la ricetta della felicità.
venerdì 19 maggio 2017
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